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Bianco, rosso…anzi rosato!

Photo by Elle Hughes on Unsplash

 

Rosato please

Quante volte ci siamo trovati di fronte ad un bottiglia di vino rosato ed abbiamo storto il naso optando per un più rassicurante e vibrante rosso o rinfrescandoci con un vivace bianco?

Ecco, questa può essere l’occasione giusta per avvicinarci al mondo dei vini rosati che negli ultimi anni sta conquistando fette di mercato sempre più grandi ed eterogenee.

L’idea del vino rosato come vino “di serie B” purtroppo ha accompagnato il nostro immaginario collettivo; spesso ancora oggi viene identificato come un vino semplice, talvolta frutto di assemblaggi non felici, senza identità o carattere. 

Fortunatamente oggi tante cantine stanno investendo sulla ricerca e produzione di vini rosati, prodotti con l’idea di realizzare qualcosa di unico per i propri clienti e sovente – questo è forse l’aspetto più interessante –  partendo da vitigni autoctoni o recuperati dal passato.

E’ il caso del “Gerbino” Nero d’Avola rosè della cantina Di Giovanna, un perfetto esempio di come un vitigno solitamente usato per la produzione di eccellenti vini rossi sia perfetto anche per la realizzazione di un interessante rosato. Note fruttate di lampone e melograno si integrano con grande eleganza a sentori più minerali tipici del vitigno e della zona.

Sempre in tema di vitigni autoctoni – e ricordiamoci che la Sicilia ne ha davvero molti – vale la pena accettare la sfida del rosato aprendo un “Petalo” Terre Siciliane IGT di Enza La Fauci. E’ prodotto con uve Nocera, tipico vitigno autoctono presente nella parte nord orientale della Sicilia, la vendemmia è manuale in Ottobre, vinifica in acciaio senza aggiunta di lieviti ed affina in bottiglia. Perfetto per un aperitivo ma anche per una cena estiva, adatto a piatti di pesce e carni bianche. La dominante olfattiva è sicuramente la frutta ma si avvertono anche note di fiori bianchi. Molto piacevole anche all’esame gustativo, buona persistenza.

Parlando invece di vini rosati prodotti con più vitigni a bacca rossa arriviamo sulle rive del lago di Garda ed entriamo nella storica cantina Ca de Frati che produce il suo “Rosa dei frati” dall’assemblaggio di uve Marzemino, Groppello, Sangiovese e Barbera. Dopo una breve macerazione sulle bucce vinifica in acciaio sui lieviti fini 6 mesi, seguito da 2 mesi in bottiglia.

E’ un vino di facile beva ma con una spiccata personalità che lo rende adatto anche a piatti di salumi e formaggi, risotti e piatti di pesce soprattutto se con salse o pomodoro.

Una nota di merito alla bottiglia che lo rende inconfondibile sugli scaffali di un’enoteca o sulla tavola di amici. 

Chiudiamo con una bollicina in rosa, lo spumante extra dry “Cuvée Sergio 1887 Rosé” della cantina Mionetto.

Da un elegante e armonico blend, interprete del sodalizio tra il territorio trevigiano e quello trentino, ha origine questa pregiata cuvée rosé dallo stile unico e dal perlage sottile e persistente.

Colore brillante rosa tenue, con lievi riflessi purpurei ed una ricca e persistente spuma. L’aroma è fresco e fruttato con note prevalenti di pompelmo rosa, ribes nero e vaghi sentori di rosa canina.  Perfetto su risotti ai frutti di mare o agli asparagi bianchi ma si sposa anche con pietanze a base di pesce pregiato quali linguine con astice, branzino e crudità di mare.

Mettiamo quindi in frigorifero una bottiglia di vino rosato  – consideriamolo più un vino bianco che rosso e serviamolo quindi ad una temperature tra i 6 e gli 8 gradi – ed attendiamo la prossima occasione per assaggiarlo. 

Non mi resta che augurarvi buona stappata…ed al prossimo articolo!

 

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