Dal sommelier, Magazine

Che caratterino questi vini!

Certamente, tutti i vini hanno una propria personalità che si esprime attraverso il corredo organolettico, la persistenza, la longevità, la capacità di crescere nel tempo regalandoci ad ogni sorso emozioni autentiche.

Solitamente con il carattere vivace di un vino si va ad identificare una nota spiccatamente fresca che si ricorda piacevolmente anche a distanza di tempo, quella deliziosa sensazione in primis all’olfatto e dopo al palato che ci fa già immaginare la vena viva e dinamica di quel vino data probabilmente – ma non totalmente – dall’uvaggio.

La nota fresca del vino richiama talvolta anche sbuffi sapidi ed aromi più minerali andando ad arricchire il vino di spessore e struttura.

Ricordiamo che la freschezza in un vino è fondamentale, senza questa componente dura che va a bilanciare le morbidezze ci troveremmo nel calice un vino non in equilibrio con una spiccata alcolicità e rotondità che andrebbero ad appiattire notevolmente il carattere del vino stesso.

Inoltre l’acidità, spesso erroneamente intesa in accezione negativa ma che invece nel mondo enologico risulta essere una conditio sine qua non per quanto detto poc’anzi, è quella componente che permette ad un vino di resistere all’azione del tempo, che lo caratterizza e lo differenzia, che lo rende godibile, che ne permette anche la spumantizzazione.

E’ infatti fondamentale che alla base di vini spumanti ci siano uvaggi dalla spiccata acidità, pensiamo ad esempio allo Chardonnay o ad uve allevate in alta quota dove l’escursione termica garantisce questa intrigante nota fresca, che possano essere lavorati – parliamo soprattutto di metodo classico perchè per il metodo Martinotti si opta per uve più profumate di pronta beva che non necessitino di lunghi affinamenti – e sottoposti a riposi più o meno lunghi in botte o bottiglia.

E’ il caso del celeberrimo spumante Ferrari Perlè, nato da un’accurata selezione di Chardonnay di montagna, il Trentodoc millesimato che sintetizza al meglio l’arte della maison Ferrari. Spumante elegante e raffinato, adatto a tutto pasto.

Uvaggi dalla spiccata acidità? Senza dubbio il Fiano, vitigno diffuso principalmente in Campania ma che trova zone di elezione anche in Puglia e Sicilia. 

La cantina Luigi Maffini produce un intenso ed intrigante Fiano Cilento DOP ‘Kratos’ che si contraddistingue per la vivace nota fresca e sapida in contrapposizione ad una buona morbidezza che lo rende un vino longevo e fuori dal comune.

Un bouquet che spazia dai fiori di campo a note agrumate per arrivare a sentori più balsamici ed intensi, come se il vino acquisisse struttura con l’assaggio.

Parlando di vigneti in alta quota non si può non fare accenno alla viticoltura altoatesina e ad uno dei principi della zona, il celeberrimo Franz Haas.

Tutti i suoi vini sono riconoscibili anche solo all’esame olfattivo, sono vini eleganti che raccontano la loro storia fin dal primo sorso lasciandone pregustare il finale.

Il Manna è uno dei suoi vini più raffinati, a base Riesling – inconfondibile al naso la presenza di questo uvaggio – Chardonnay, Gewurztraminer, Kerner e Sauvignon che sprigiona vitalità e corpo fin da subito, vino corposo, da assaporare sorso dopo sorso senza mai stancarsene, vivace e sapido. Eccellente.

E parlando di alta quota come non far riferimento ai vini etnei, straordinari nella loro semplicità legata alla terra e alla tradizione.

Firriato, storica cantina siciliana, realizza con le uve Carricante e catarratto alle pendici del vulcano un meraviglioso Etna DOC ‘le sabbie dell’Etna’ dove le note agrumate e di macchia mediterranea si sposano alla perfezione con componenti più minerali date dalla composizione del suolo e dalla vicinanza al mare.

Con l’arrivo della bella stagione siamo ancor più incentivati a scoprire e conoscere nuovi vini bianchi che ci possano accompagnare nelle serate estive o per spensierati aperitivi tra amici, l’occasione è ghiotta per assaggiare vini freschi e di carattere che possano essere aperti non solo ad inizio del pasto ma che avendo buon corpo e struttura possano bilanciare alla perfezione i piatti dell’intero menu.

Non mi resta che augurarvi buona stappata…e al prossimo articolo!

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