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Il Verdicchio tra Jesi e Matelica

Se ci fermiamo a pensare al Verdicchio associamo istintivamente l’immagine del vino con quella della sua storia bottiglia ad anfora che ancora oggi lo rende riconoscibile tra milioni di prodotti sugli scaffali di enoteche e stores, soprattutto all’estero.

E’ curioso sapere che nel 1954 fu bandito un concorso per la realizzazione della bottiglia di Verdicchio dei Castelli di Jesi più originale e funzionale e risultò vincitore il famoso architetto milanese Antonio Maiocchi che presentò il progetto di una bottiglia a forma di anfora, in ricordo di quelle di terracotta diffuse tra gli Etruschi.

Il Verdicchio è un vitigno a bacca bianca coltivato principalmente nella regione Marche ed in alcune zone dell’Umbria ed Abruzzo anche se il Verdicchio marchigiano presenta peculiarità sia olfattive che gustative decisamente più interessanti.

Il nome deriva con molta probabilità dal colore verdolino degli acini, è un vino che viene utilizzato spesso per vini di pronta beva anche se alcuni produttori hanno compreso le potenzialità del vitigno lasciandolo affinare in botti di legno o acciaio, anche per alcuni anni, regalandoci splendidi vini che mantengono freschezza e vivacità.

 Sono due le principali zone di produzione del Verdicchio che danno vita alle due denominazioni, una DOC e una DOCG, rispettivamente per il Verdicchio di Jesi e per quello di Matelica.

La storica cantina Belisario, nell’Alta Valle Esina in provincia di Macerata, coltiva nei suoi 300 ettari solo vitigni autoctoni tramandando di generazione in generazione l’amore per questa terra e per i suoi prodotti.

Il suo Verdicchio di Matelica ‘Valbona’ racchiude in sé la filosofia della cantina, è un vino semplice dall’immediata freschezza e dal bouquet aromatico di note floreali quali ginestra e acacia per virare poi su toni più minerali di pietra focaia.

Spostandoci verso la costa arriviamo in una zona che risente fortemente della vicinanza al mare ed i sentori olfattivi ci rimandano note più sapide e fresche rispetto alle uve coltivate a Matelica.

Nella classica bottiglia ad anfora troviamo il Verdicchio di due celerrime cantine, la Fazi Battaglia e la Piersanti.

L’anfora di Fazi Battaglia è riuscita negli anni a mantenere le sue caratteristiche: la forma sinuosa, il colore verde smeraldo ed il “cartiglio”, ancora oggi arrotolato e legato a mano al collo della bottiglia, indicativo dello spirito di Fazi Battaglia, a metà strada tra artigianalità ed innovazione. 

E’ un vino dal colore giallo paglierino ed inconfondibili note fruttate di mela golden e frutta a polpa bianca, dalla buona persistenza e spiccata acidità.

La storia cantina Piersanti nasce nel 1955 producendo inizialmente solo vini spumanti bianchi e rossi. Oggi Piersanti è un punto di riferimento nella coltivazione del Verdicchio e per i metodi di produzione che coniugano tradizione ed innovazione mantenendo sempre il giusto equilibrio tra la qualità dei prodotti ed il giusto prezzo.

Della stessa cantina è certamente da assaggiare il Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Superiore ‘L’Agreste’ che viene ottenuto selezionando solo i grappoli migliori di uva Verdicchio, raccolta in cassetta, pressatura soffice e con un successivo leggero passaggio in barrique.

Intenso e deciso con tendenza amarognola, tipica del vitigno, che può raggiungere risultati ancora migliori con l’affinamento in bottiglia.

Oltre alla versione ferma del Verdicchio molti produttori stanno avendo ottimi successi, anche nel panorama internazionale, utilizzando le uve per la produzione di spumanti. La viva acidità che il vitigno mantiene anche a distanza di anni lo rende particolarmente indicato per questo tipo di lavorazione dando nuovamente prova di come, accanto alle indiscusse uve protagoniste dei classici spumanti, possano trovare spazio anche vitigni meno blasonati ma altrettanto accattivanti…e soprattutto autoctoni!

Non mi resta che augurarvi buona stappata…e al prossimo articolo!

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