Dal sommelier, Magazine

Nella terra del Chianti tra sottozone e denominazioni

Nominando il Chianti ci vengono alla mente immagini di dolci colline toscane che nascondono alla vista i piccoli gioielli dei borghi toscani, ci sembra quasi di percepire l’inconfondibile crepitio della brace, il foliage che proprio in questo periodo si mostra nella sua magia ed immancabilmente al pensiero della terra toscana si associa l’idea di un corposo vino rosso rubino.

Il disciplinare del Chianti prevede per la realizzazione principalmente uve Sangiovese (70%-100%) concedendo una piccola percentuale di vitigni autoctoni a bacca rossa – quelli a bacca bianca non possono superare il 10% – e di uve Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon per non più del 15%.

Distinguiamo in primis tra Chianti e Chianti Classico delimitando quest’ultimo in un’area molto più piccola ed omogenea tra le province di Firenze e Siena, il Classico prevede una percentuale minima dell’80% di Sangiovese ma entrambi possono essere con Sangiovese in purezza.

Il vino Chianti, se sottoposto ad un invecchiamento di almeno due anni, può aver diritto alla qualifica Riserva purché, all’atto dell’immissione al consumo, abbia un titolo alcolometrico volumico totale minimo del 12,5 %. Il periodo di invecchiamento viene calcolato a decorrere dal 1º gennaio successivo all’annata di raccolta delle uve.

Castelli del Grevepesa produce un interessante Chianti Classico, colore rosso rubino intenso, al naso presenta forti sentori di frutti di bosco ben integrati a sentori tostati di vaniglia e note di spezie. Il sapore evidenzia una perfetta armonia per la notevole presenza di tannini dolci che rendono il gusto vellutato con una notevole sensazione di pienezza.

La storica cantina Banfi, nel cuore di questo territorio unico e dalla tradizione centenaria a Castellina in Chianti, gestisce 40 ettari di vigneto specializzato, che regalano vini che sanno unire struttura, eleganza e personalità tipicamente toscana come il suo Chianti Classico DOCG.

La piccola sottozona del Chianti che si chiama Rufina, situata ad est della provincia di Firenze, è un territorio meraviglioso dove viene prodotto un Chianti eccellente come quello di Frescobaldi che con il suo ‘Nipozzano’ cementa di anno in anno la fama internazionale di questo vino.

Rufina conta su un microclima ideale ed un terreno composto di rocce calcaree, scheletro ed argilla ed i vigneti si trovano tutti tra i 200 e i 500 metri slm.

E’ degno di nota inoltre ricordare che nonostante la piccola estensione di Rufina – o la Rùfina, per dirla alla Toscana – è la terza sottozona di produzione del Chianti dopo il Classico e  Colli Senesi.

Sempre più presente di anno in anno la produzione di vini vegani e realizzati con tecniche all’avanguardia e sostenibili per l’ambiente, come il Chianti Superiore ‘Vegante’ della cantina Sensi situata a Lamporecchio (Pt). 

La definizione Superiore identifica un vino che ha una percentuale più alta di alcool (anche solo di 0,5%) rispetto alla versione base dello stesso vino.

Vegante’ è un Chianti Superiore di grande eleganza, ottenuto secondo i dettami della filosofia vegana, evitando l’uso di prodotti di derivazione animale nelle fasi di coltivazione, vinificazione e stabilizzazione. Il simbolo Qualità Vegana certifica l’integrità del processo etico secondo il quale questo vino è prodotto. Vegante si presenta di colore rubino delicato con sensazioni floreali e fruttate all’olfatto. Ciliegia, viola e fragola su un fondo di sottobosco. L’eleganza del naso torna in bocca con un sorso croccante e dinamico, in equilibrio tra struttura e acidità e con un lungo finale di frutta, spezie delicate e note balsamiche. La sua vocazione green è accentuata dal packaging sostenibile con tappo derivante dalla canna da zucchero, confezione in carta riciclata e utilizzo di colori naturali. 

Il Chianti rimane certamente uno dei vini più conosciuti e ricercati nel panorama internazionale, può essere uno spunto provare a degustare i singoli vini prodotti nelle varie sottozone apprezzandone le  caratteristiche organolettiche che li rendono così diversi gli uni dagli altri.

L’area del Chianti è così vasta che regala tante interpretazioni dello stesso vitigno, assemblato con altre uve o  in purezza, da dar vita a tanti Chianti diversi a seconda della zona di produzione ed ovviamente tecniche e filosofia del produttore.

Non mi resta che augurarvi buona stappata…e al prossimo articolo!

 

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