Viene quasi istintivo associare le ostriche allo champagne, nell’immaginario collettivo i tondeggianti molluschi si sposano perfettamente ad un brioso calice ricco di bollicine.
E’ un binomio che da decenni accompagna le festività o i momenti celebrativi perchè entrambi simbolo di agiatezza economica, di lusso, della massima espressione gastronomica internazionale.
Ma è sempre valido questo connubio?
Davvero lo champagne è il compagno perfetto per le ostriche…o si possono tentare abbinamenti più riusciti?
Iniziamo con il precisare che esistono molti tipi di ostriche, differenti le une dalle altre, così come non si può parlare di un solo champagne ed è quindi fondamentale conoscere la provenienza dei molluschi, almeno per capirne le caratteristiche salienti abbinandoli ad un vino che non copra i sapori ma che anzi ne esalti le indiscusse qualità.
Le ostriche della Bretagna non avranno le stesse peculiarità di quelle della Normandia o di quelle del Mediterraneo così come uno Champagne 100% Chardonnay mostrerà un bouquet olfattivo gustativo decisamente differente da uno a base Pinot Nero.
Solitamente gli abbinamenti cibo – vino si fanno per contrasto o per concordanza, prediligendo nel primo caso un impatto olfattivo-gustativo che solletichi le papille attivando tutte i ricettori gustativi mentre si preferisce una strada più morbida se ad un piatto associamo un vino che abbia in sè le stesse caratteristiche quali, ad esempio, la dolcezza o la speziatura.
In entrambi i casi l’abbinamento deve tendere all’equilibrio e non certamente alla spiacevole situazione in cui uno dei due prevalga sull’altro.
Nel caso ostriche e champagne il rischio è che la vivace sapidità dei molluschi non si sposi con la freschezza e mineralità tipiche dello Champagne.
E’ un abbinamento che si fonda essenzialmente su basi emotive e sociologiche ma che non ha fondamenti da un punto di vista strettamente enogastronomico.
E’ altrettanto vero che la scelta di aprire un eccellente Champagne, che sia più morbido o più minerale, più fresco o più rotondo, insieme ad un freschissimo piatto di ostriche è assolutamente soggettiva e premia forse più l’occasione di poter avere questi due meravigliosi prodotti sulle nostre tavole che non il perfetto equilibrio.
Uno Champagne che all’analisi olfattiva ricorda note minerali di iodio e gusci di ostriche è il Premier Cru Brut Charles Taurence, prodotto nel villaggio di Ecueil classificato premier cru nella parte meridionale della Montagne di Reims, in una delle sue quattro sottozone chiamata Reims-Vesle & Ardre.
Lo Champagne Brut Rosè ‘Clovis Forest’ a base Pinot Nero e Petit Meunier, in uguale percentuale per un perfetto equilibrio, è caratterizzato da una spiccata mineralità ed un finale molto persistente. Petit recoltant che nei 19 ettari sulle montagne di Reims, nel massiccio di Saint Thierry produce questo meraviglioso Champagne fresco e sapido.
Uno Champagne accattivante è certamente lo Champagne Pascal Cheminon Brut Blanc de Blancs Tradition Premier Cru 100% Chardonnay raccolti esclusivamente nei propri vigneti di Villers-Marmery.
La fermentazione alcolica viene svolta in acciaio.
La vinificazione viene effettuata utilizzando la fermentazione malolattica. 24 mesi di soggiorno sui lieviti e almeno 3 mesi di riposo dopo il dégorgement.
Dal piccolo villaggio di Cramant nelle Cote des Blancs su terreni gessosi e calcari provengono le uve che danno vita allo Champagne Grand Cru Bernard Gantois. Uno Champagne elegante che passa 4 anni sui lieviti prima della sboccatura e che nel calice è caratterizzato da un raffinato perlage e un vivace giallo paglierino dai riflessi oro.
Ca va sans dire, al di là di qualsiasi teoria sugli abbinamenti più riusciti con le ostriche, lo Champagne rimane uno dei protagonisti della scena enologica mondiale ed è quindi assolutamente soggettiva la scelta di accompagnarlo ad un succulento piatto di ostriche freschissime…senza limone, ovviamente!
Non mi resta che augurarvi buona stappata…e al prossimo articolo!