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Piemonte, solo eccellenze a bacca rossa?

La regione Piemonte svetta nel panorama internazionale enologico per le proprie eccellenze prodotte con uve Nebbiolo quali Barolo e Barbaresco, vini austeri ed eleganti frutto di lunghi affinamenti secondo rigidi protocolli definiti dai disciplinari ma è interessante affacciarsi in questi meravigliosi luoghi tra le Langhe per conoscere un mondo altrettanto eccellente fatto di uve a bacca bianca che si contraddistinguono decisamente per corredi olfattivi e degustativi straordinari.

E’ il caso del celeberrimo Roero Arneis, prodotto soprattutto nella zona di Cuneo, corposo e di buona struttura, dai profumi fruttati e floreali molto delicati, dal colore giallo paglierino che con l’evoluzione vira verso il dorato. Da gustare preferibilmente entro due o tre anni per non perdere nessuna nota olfattiva del meraviglioso bouquet.

Perfetto da degustare in apertura di pranzi o cene ma ottimo anche su piatti di verdure o a formaggi poco stagionati tipici della zona.

Un’interessante interpretazione è quella della cantina Vietti realizzata con uve provenienti da vigneti siti in Santo Stefano Roero, nel cuore del Roero, e caratterizzati da terreno calcareo argilloso. La fermentazione si svolge in acciaio ad una temperatura che varia tra i 10-12 °C, molto lenta per mantenere un frutto fresco ed intenso. A metà della fermentazione la vasca viene chiusa ermeticamente per riassorbire una piccola quantità di CO2 naturale.

Probabilmente conosciuto più nella versione dolce il Moscato si prende il diritto il ruolo di protagonista tra i vini bianchi piemontesi con le sue note deliziosamente inconfondibili di frutta e fiori gialli, agrumi ed erbe officinali.

La cantina Saracco, fin dai primi del ‘900, produce in purezza questo meraviglioso Moscato con uve provenienti dai vigneti limitrofi di Castiglione Tinella, Santo Stefano Belbo, Calosso e Castagnole Lanze.

In Piemonte non si coltivano solo vitigni autoctoni ma anche internazionali come ottimi Chardonnay, sia in purezza che in blend con altri uvaggi. Degna di nota certamente la produzione di Gaja che realizza bottiglie meravigliose come opere d’arte conosciute in tutto il mondo.

Lo Chardonnay kosher Luzzatto di beni di Batasiolo è un ottimo esempio di come un vitigno internazionale possa regalare uve eccellenti se lavorato correttamente ed in posizioni favorevoli.

Equilibrato tra la nota acida e la morbidezza sprigiona al palato delicate note fruttate ed agrumate con un finale persistente ed armonico.

Il Gavi, prodotto con uve Cortese, è un vino tipico della zona di Alessandria, DOCG, non teme il passare del tempo mantenendo viva la nota fresca che lo caratterizza.

La Scolca realizza un vivace Gavi dal colore giallo paglierino e riflessi verdolini, ampio bouquet di note floreali e fruttate ed una buon persistenza.

Lo spunto è quello di abbinare a piatti della tradizione, ai quali più spesso siamo soliti accostare vini conosciuti ed affidabili, anche vitigni autoctoni meno blasonati ma che possono regalare inaspettate emozioni o anche conoscere le regioni italiane non solo per le etichette che ci rendono famosi in tutto il mondo ma premiando produttori che investono su ricerca e sviluppo.

Non mi resta che augurarvi buona stappata…e al prossimo articolo!

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