La storia del Brunello del Greppo comincia con Clemente Santi. Nipote di Giorgio Santi del quale il Prof. Baccio Baccetti nella pubblicazione “Cultura e Università a Siena” – luglio 1993 – nel capitolo “Naturalisti senesi” scrive tra l’altro:
Giorgio Santi ” Giorgio Santi (Pienza, 1746 – Pienza, 1822), si dedicò soprattutto alla esplorazione naturalistica. Laureato in Medicina a Siena, si recò quasi subito in Francia, prima a Montpellier e poi a Parigi, ove si pose in rapporto con grandi scienziati, quali il Lavoisier e il Buffon. Tornò in Toscana per chiedere al Granduca Pietro Leopoldo licenza di entrare al servizio del Sovrano del Baden, ma il Granduca, esperto conoscitore di uomini, rispose nominandolo professore di chimica e di storia naturale nell’Università? di Pisa e direttore dei Museo e dell’Orto Botanico. Da quel momento tutta la sua attività fu spesa per l’insegnamento, per la riorganizzazione del museo di Pisa, e per la esplorazione del suolo toscano. Durante il Governo Francese fu nominato Ispettore generale degli studi, e quindi, sotto Ferdinando III, Provveditore onorario delle Università? toscane. Nei tre volumi che descrivono i suoi viaggi nel territorio senese, egli si occupò principalmente degli aspetti botanici e geologici delle regioni visitate; l’opera ebbe vivo successo, tanto che fu tradotta nelle principali lingue d’Europa. Fu fra gli iniziatori dei resoconti delle esplorazioni redatti secondo il metodo odeporico, metodo che fu adottato, fra il ‘700 e l’800, da numerosi naturalisti viaggiatori”.
Il nipote Clemente figlio di Luigi Santi e Petronilla Canali, laureato in farmacia a Pisa e noto scrittore, aveva vaste proprietà? terriere a Montalcino e Pienza, e dedicò gran parte della sua attività all’agricoltura, in modo particolare al Greppo, azienda agricola di proprietà della madre Canali.
Le conoscenze di chimica e di scienza lo aiutarono a portare le sue tecniche enologiche a livelli invidiabili durante gli ultimi anni della sua vita.
Prima di raggiungere quel riconoscimento per il suo “vino rosso scelto (brunello) del 1865”, anche il suo Moscatello fu premiato alla Esposizione Universale di Parigi del 1867 (riconoscimento enologicamente straordinario perché a quell’epoca i francesi si consideravano gli unici produttori al mondo di vini di qualità). Egli ottenne vini rossi adatti all’invecchiamento; aveva individuato tecniche di travaso e di invecchiamento in botti più avanzate rispetto a quelle di tutti i suoi contemporanei.
Ferruccio Biondi Santi instaurò standard produttivi molto severi. Altri produttori all’inizio del 1800 ottennero diplomi importanti per loro vini detti “Brunello”: Paccagnini, Anghirelli, Angelini, Vieri Padelletti, ma nessuno seppe dare una continuità ai propri vini oltre la fine della Prima Guerra Mondiale. Ferruccio, forte dell’esperienza straordinaria del nonno materno Clemente Santi, si dedicò con competenza all’azienda del Greppo e, come spesso avviene nelle più felici decisioni storiche, deve qualcosa alle avversità: a metà dell’800 l’oidio, poi la filossera, poi ancora la peronospora, si abbatterono sull’Europa e quindi anche sul Greppo.
Il figlio di Ferruccio, Tancredi, nacque nel 1893, apprese dal padre i segreti delle vigne e delle cantine della Tenuta Greppo, prima ancora di andare a studiare enologia a Conegliano Veneto (prestigiosa scuola di viticoltura ed enologia – fu allievo del professor Giovanni Dalmasso) poi prese la laurea in Agronomia all’Università? di Pisa. Dopo la morte del padre Ferruccio, nel 1917, rimase da solo a gestire il Greppo; il fratello Gontrano comprò un’azienda agricola a Siena. A partire dagli anni ’20, elevò ancor più il Brunello a nuovi livelli di classe e di prestigio e divenne di fatto l’ambasciatore di Montalcino e dei suoi vini.
Grazie ad una personale e costante promozione dei suoi vini nel mondo, Franco Biondi Santi dal ’70 in poi è riuscito, a far capire ed apprezzare la straordinaria tipicità e qualità del suo Brunello del Greppo. In futuro la continuità del Greppo è rappresentata dai due figli di Franco, Jacopo e Alessandra ambedue interessati al Greppo: Jacopo con una vivida immaginazione dei vini (fermamente convinto della tipicità del Brunello del Greppo), Alessandra coinvolta nella promozione dell’azienda.

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