La storia della viticoltura in Maremma ha origini antichissime: esistono testimonianze della coltivazione della vite che risalgono al periodo etrusco, greco e romano.
Fin da epoche lontane, tutti coloro che sostarono nell’antica cittadina di Pitigliano ebbero modo di apprezzare e gustare vini, soprattutto bianchi, conservati in vasi vinari nelle profonde e fredde grotte di tufo. Studiosi di ogni tempo riconobbero i pregi delle uve di questo territorio e l’eccellenza dei vini prodotti.

Nella prima metà del Novecento, a causa degli eventi bellici e della dittatura politica, la situazione viticola della zona non era certamente florida.
Ma l’espansione viticola, se non accompagnata dal perfezionamento della tecnica vinicola e quindi della qualità dei vini prodotti, creava notevoli problemi di organizzazione e diffusione dei vini stessi.
Un contributo decisivo alla risoluzione di questi problemi è stato dato dalla realizzazione nel 1954 della Cantina Sociale di Pitigliano, con lo scopo di raccogliere e trasformare la produzione viticola del comprensorio circostante al fine di presentare sul mercato un unico prodotto, di qualità .

Furono questi i presupposti che portarono alla consapevolezza che il territorio della Maremma sud-orientale poteva aspirare al riconoscimento della denominazione di origine controllata per i vini prodotti nella zona, riconoscimento che verrà attribuito (tra i primi in Italia) col DPR del 28 marzo 1966, per il vino «Bianco di Pitigliano», seguito poi dalla Doc Sovana e, in tempi più recenti, dalla Doc Maremma.

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