Dal sommelier, Magazine

Viticoltura eroica tra innovazione e tradizione

Parlando con viticoltori, enologi, produttori, agronomi ci si rende conto di quanto vino e terra siano legati indissolubilmente sin dall’inizio della viticoltura e di quanto sia fondamentale conoscere e rispettare il territorio in cui si sta producendo quel particolare vino affinchè vengano preservate peculiarità e caratteristiche del vigneto in quella determinata zona.

I più sanno quanto le zone collinari siano favorevolmente viste per la coltivazione della vite potendo contare su un buona escursione termica tra notte e giorno e godendo di un clima ventilato con una buona esposizione ai raggi del sole per gran parte della giornata, dove la vendemmia avviene manualmente o con mezzi meccanici e dove la vista si perde per ettari lungo i dolci declivi che tanto ci piace accostare nel nostro immaginario ai filari delle viti.

E in quelle zone impervie dove non verrebbe intuitivo coltivare la vite? Pensiamo alla costiera amalfitana, alla Liguria, alla zona del Carso, alla Valle d’Aosta e a tutte quelle microaree dove solo con coraggio e la dedizione di pochi produttori si riescono ad ottenere straordinari vini.

La Liguria non è certamente una delle regioni più vocate alla viticoltura considerando le coste frastagliate e a picco sul mare che la caratterizzano ma che al tempo stesso la rendono così particolare al punto che diversi produttori hanno deciso di scommettere su questo gioiello italiano terrazzando picco


le aree dove con pochi filari riescono a regalarci i eccellenti vini. La cantina Lupi nel 1960 fu tra le prima ad investire sul vitigno Pigato riconoscendo in quella determinata zona il terroir perfetto per esaltare freschezza e sapidità. Oggi troviamo nel calice un meraviglioso color giallo paglierino dai riflessi oro e un bouquet che spazia da fiori gialli a note più fruttate e di macchia mediterranea.

La Val d’Aosta spicca sicuramente per le sue alte vette e zone montuose che ai più sembrerebbero assolutamente inadatte alla coltivazione della vite. Fortunatamente non fu di questo parere nel 1989 Costantino Charrère che puntò invece sulla riscoperta di vitigni autoctoni valdostani e sulla particolarità di queste terre che si estendono lungo l’asse orografico della Dora Baltea nei comuni di Saint Pierre, Aymavilles, Gressan, Sarre, Aosta e Saint Christophe per 25 ettari. Il clima alpino conferisce ai vini aromi particolari e la forte escursione termica ne esalta freschezza ed eleganza come si può riscontrare nel raffinato Petite Arvine caratterizzato da fragranti note di gelsomino, peonia, mela, susina e agrumi. Equilibrato all’analisi gustativa con sottofondo marino e vivida mineralità. 

La Valtellina è un’altra delle zone più difficili da coltivare ma che riescono a regalare meravigliosi vini come  Il Rosso di Valtellina della cantina Nino Negri. Il Nebbiolo destinato alla produzione di quest vino proviene da diversi vigneti situati nella fascia pedemontana delle Alpi valtellinesi. La peculiarità del terreno permette di avere uve adatte alla vinificazione ad acino intero enfatizzando le note aromatiche varietali del Nebbiolo  e mantenendo un grande equilibrio tra acidità e tannino.  

Di recente il Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana (CERVIM) ha fissato delle caratteristiche più precise per definire un vigneto eroico. 

Per essere definito “eroico” un vigneto deve soddisfare almeno uno dei seguenti requisiti:

  • pendenze superiori al 30%;
  • altitudine oltre i 500 sul livello del mare
  • coltivazione su gradoni o terrazze;
  • coltivazione su piccole isole.

Straordinarie foto ed illustrazioni regalano intense scene di vita tra i filari a picco sul mare dove il blu dell’acqua si staglia sullo sfondo in contrapposizione al verde vivo delle foglie, dinamici momenti di lavoro duro fatto di raccolte manuali su terreni scoscesi che portano alla realizzazione di vere perle come i meravigliosi vini prodotti in queste zone. 

Se si comprende il lavoro che inizia in vigna e termina in cantina, anzi che forse non termina mai, riconoscendo impegno e dedizione che vengono riservate alla coltivazioni in queste terre impervie non ci stupisce se il prezzo di questi vini è spesso importante o più alto rispetto ad altri prodotti che potrebbero apparire simili ma che sono frutto di altre filosofie di produzione.

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