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Gita in Sicilia con un calice di…?

Photo by Asa Rodger on Unsplash

 

Immaginando alla Sicilia ci vengono in mente le pendici dell’Etna, il blu cobalto del mare, la gastronomia tipica… e se pensiamo al vino?

A bacca bianca sicuramente i freschi e sapidi Insolia, Grillo, Carricante, Catarratto che accompagnano piacevolmente la cucina a base di pesce ma anche carni bianche o piatti vegetariani. Spesso vini così freschi riescono a regalare emozioni anche nel tempo.

Il Grillo “Masseria del Feudo” affina per sei mesi sui propri lieviti  ed è un perfetto esempio di come il vitigno si arricchisca di note più piene e speziate con il passare del tempo. 

Vino biologico, al naso inizialmente si apre un bouquet ampio dalle note agrumate e floreali per virare pian piano su aromi più speziati di pepe ed erbe aromatiche.

Non possiamo non menzionare i meravigliosi vini prodotti sulle isole, territori ricchi di note minerali e dalla sapidità avvolgente ma mai predominante.

Versiamo un calice di Salina bianco della cantina Colosi e ci ritroviamo immersi nella vigna realizzata a terrazze con i tipici muretti a secco e costituito da piccoli appezzamenti con filari disposti su terreni scoscesi, di origine vulcanica, ricchi di sostanze organiche e minerali, con allevamenti a spalliera o controspalliera nei quali tutte le operazioni sono condotte a mano. Nel vino ritroviamo tutti i profumi ed aromi tipici dei vini dell’arcipelago eoliano, frutta esotica ed erbe della macchia mediterranea, frutta a polpa bianca e fiori di acacia.

E se volessimo provare ad abbinare un primo piatto a base di pesce con un rosato siciliano? 

Assolutamente degno di nota il Nerello mascalese rosato ”Vurria” della storica cantina Di Giovanna che vinifica in acciaio sulle fecce per 6 mesi per regalare un vino fresco e dalla lunga persistenza che si sposa perfettamente con la cucina locale.  

Note agrumate, arancia rossa, lievi profumi salmastri e melograno compongono il bouquet olfattivo di questo interessante Nerello mascalese.

Parlando di vitigni autoctoni non possiamo non menzionare lo zibibbo, spiccata acidità e freschezza ma anche sapidità e mineralità. 

La “Tenuta Enza La Fauci”, in contrada Mezzana-Messina, si estende su un meraviglioso altopiano alle  pendici dei Monti Peloritani affacciato sul mare e qui produce un meraviglioso “Case bianche”, bianco IGT, che affina per almeno 3 mesi in barriques – nuove e usate – e che si sposa sia con piatti a base di pesche che con formaggi erborinati.

Non mi resta che augurarvi buona stappata…ed al prossimo articolo!

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