Proseguiamo il nostro viaggio enogastronomico tra i piatti della tradizione e le etichette che possiamo abbinare ai grandi classici delle tavole natalizie provando a trovare anche binomi più coraggiosi e meno usuali ma altrettanto equilibrati.
Se la lasagna è la regina indiscussa dei primi piatti di Natale decisamente il trono da re spetta al bollito misto, al celebre piatto che vede protagonisti vari tagli di carne e contorni accompagnati da salse e mostarde.
La tradizione vede come culla d’origine di questo famoso piatto la regione Piemonte anche se, come succede per molte ricette entrate a far parte della nostra quotidianità, tutte le famiglie hanno una propria modalità di realizzazione a cominciare dalle carni utilizzate.
Secondo la ricetta più acclamata per preparare un gran bollito misto occorrono sette tipi di carne quali tenerone, scaramella, muscolo di coscia, muscoletto, spalla, fiocco di punta, cappello del prete e sette ammennicoli come lingua, testina col musetto, coda, zampino, gallina, cotechino, rollata. Il bollito dev’essere accompagnato da sette “bagnetti” o salse (salsa verde rustica, salsa verde ricca, salsa rossa, cren, mostarda, cugna, salsa al miele) e contorni vari quali spinaci, patate e funghi.
Considerando quindi la complessità della ricetta tradizionale, oggi decisamente rivista in chiave ridotta con “soli” cinque tagli di carne, è comprensibile quanto sia arduo trovare un vino che si abbini facilmente ad un piatto che nella sua semplicità è ricco di gusto e aromi.
A livello gustativo spicca sicuramente la succulenza della carne e la componente grassa data dalle salse di accompagnamento oltre che dalla carne stessa ed abbiamo quindi bisogno di un vino con eleganti tannini integrati ed una buona acidità e freschezza.
Spesso può essere interessante abbinare ad piatto di un territorio un vino prodotto nella stessa zona in ottica di tipicità enogastronomica ed in questo caso analizziamo ben due vini piemontesi quali Barbera del Monferrato frizzante e Nebbiolo.
La Barbera del Monferrato frizzante DOC ‘La Monella’ della celebre cantina Braida è un ottimo abbinamento sia perchè la bollicina contrasta la grassezza della carne, soprattutto dei tagli come cotechino o coda ma anche per la sua nota fresca che aiuta ad equilibrare la complessità del piatto.
Il Nebbiolo di Luigi Einaudi punta invece sulla nota tannica del vino riuscendo a bilanciare la succulenza della carne, ma potremmo dire del piatto in generale, con grande eleganza. Il vino affina dodici mesi in botti di legno ma non ha timore dello scorrere del tempo riuscendo ad essere perfetto anche dopo anni.
Tra i vitigni internazionale da abbinare al bollito scegliamo un ottimo Merlot che con la sua nota fruttata, delicata e mai esuberante, avvolge il palato di una nota fresca e assolutamente gradevole. La cantina Polencic ne fa un’ottima interpretazione, il vino affina in botti di rovere per otto mesi ed è un esempio perfetto di tannini integrati e bilanciati.
Infine, dopo abbinamenti più canonici proviamo a trovare un vino che per le sue caratteristiche possa bilanciare al meglio la complessità del bollito senza scegliere necessariamente tra i vitigni a bacca rossa.
E se volessimo provare ad abbinare un vino rosato?
Per la riuscita dell’abbinamento dev’essere un vino di buona struttura, con una nota tannica persistente ma non preponderante come accade per i vini rossi, ed una nota fresca e gradevolmente fruttata.
Il Cerasuolo d’Abruzzo ‘Villa Gemma’ di Masciarelli è un interessante esempio di come un vino che non nasce per accompagnare piatti così complessi come un bollito misto può trovare con personalità e vivacità spazio anche per abbinamenti più importanti. E’ uno splendido vino a base di Montepulciano 100% che affina in acciaio per cinque mesi, dal colore brillante ed un bouquet olfattivo che vira dalle note di frutti di bosco ad amarene ed una lunga persistenza.
Non mi resta che augurarvi buona stappata…e al prossimo articolo!