Dal sommelier, Magazine

Derby campano tra Falanghina o Greco. Da che parte giochi?

Parliamo di due vitigni assoluti protagonisti della regione, la Campania – a differenza di molti altri territori – vanta innumerevoli tipologie di uve autoctone non presenti in altri zone.

Sono entrambi vitigni a bacca bianca ma con caratteristiche organolettiche decisamente differenti, di grande personalitร  e corpo, con note fruttate e minerali che li contraddistinguono.

 

La coltivazione del Falanghina occupa di circa il 5% della regione, รจ un vitigno che predilige terreni collinari secchi e caldi e che ama la potatuta a guyot.

Interessante da sapere che รจ uno dei pochi vitigni a non essere stato attaccato dalla fillossera, temuto insetto nemico delle vigne che ha fatto la propria comparsa in territorio europeo intorno alla metร  dellโ€™Ottocento e che ha distrutto migliaia di ettari vitati finchรจ dopo innumerevoli tentativi non si รจ arrivati allโ€™innesto del piede di vite americana – fortemente resistente alle incursioni della fillossera sulle viti europee (da qui piede franco o piede americano).

Il Falanghina si veste principalmente con due abiti diversi a seconda della zona di provenienza, la  piรน morbida dei Campi Flegrei e la piรน robusta e minerale – ricordiamo la presenza del vulcano Taburno – quella del beneventano.

Una veloce dedica anche alla versione della costa dโ€™Amalfi che aggiunge note salmastre e iodate.

Molto interessante la versione di Falanghina del Sannio della storica cantina Mastroberardino. Il vitigno Apice da cui proviene lโ€™uva si trova ad unโ€™altitudine media di 350 mt su un terreno a medio impasto e ricco di scheletro. Vinifica solo in acciaio per preservare lโ€™aromaticitร  d vitigno ed ha uno spiccato accento dai toni agrumati e fruttati, fiori bianchi e leggero sentore di frutta tropicale.

Sempre nel territorio del Sannio la cantina Feudi San Gregorio produce un inconfondibile Falanghina che si caratterizza per il gusto pulito, didattico e dalla lunga persistenza.

Matura 5 mesi in acciaio sui propri lieviti arricchendosi di note piรน rotonde e durature.

Il Greco รจ un vitigno piรน nerboruto, piรน imponente, che risale probabilmente alla colonizzazione greca del VIII secolo a.C. quando la crisi agricola spinse molti ellenici a trovare nuove terre nella nostra penisola dando vita a quella che sarร  poi chiamata la Magna Grecia. 

Eโ€™ un vitigno molto resistente alle avversitร  climatiche, trova nella zona della Campania e Calabria le terre dโ€™elezione dove si sviluppa al meglio, viene utilizzato sia in purezza che in blend con altri vitigni minori.

La cantina Feudi di San Gregorio produce anche una DOCG molto interessante, dalla spiccata mineralitร  e persistenza con leggere note balsamiche sul finale.

Eโ€™ un vino che accompagna splendidamente non solo piatti di pesce ma anche mozzarella di bufala tipica della zona o carni bianche.

La cantina Molettieri, fin dal 1983 in provincia di Avellino nella zona vocata allโ€™intramontabile Taurasi, produce un ottimo Greco di Tufo DOCG.

Colore giallo paglierino intenso, eleganti profumi fruttati, freschi ed eleganti con spiccate note floreali e fruttate, soprattutto sentori di albicocca.

Eโ€™ un vino che conserva con raffinata consapevolezza tracce del territorio da cui proviene.

Sono sicuramente due vitigni che val la pena di conoscere e di abbinare anche a piatti meno tradizionali, a seconda della zona di provenienza troveremo piรน accentuate le note minerali o quelle fruttate.

 

Non mi resta che augurarvi buona stappata…ed al prossimo articolo!

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