Dal sommelier, Magazine

Vino, sostanza ma…anche forma!

Molto spesso si tende a parlare di quello che troviamo nella bottiglia, del vitigno, tecniche di vinificazione, filosofia del produttore tralasciando quanto sia importante non solo il dentro ma anche il fuori, non solo la sostanza ma anche la forma, per dirla alla Spinoza.

E’ inoltre curioso come ormai siamo abituati a pensare alcuni vini in particolari bottiglie e ci sembrerebbe alquanto bizzarro trovare un Verdicchio in una bottiglia diversa dalla sua classica anfora!

 

In commercio al giorno d’oggi si trovano principalmente quattro tipi di bottiglie, utilizzate dai produttori in base al tipo di vino prodotto perché , sia ben chiaro, la scelta della bottiglia è determinante sia per la conservazione che per la riconoscibilità.

 La forma di bottiglia in vetro più comune è la bordolese, derivante appunto dalla zona di Bordeaux, con spalla pronunciata per ostacolare la fuoriuscita di eventuali depositi e diffusasi in tutto il mondo per la sua semplicità di stoccaggio ed il peso leggero.

Viene prodotta sia più chiara per i vini bianchi e più scura – verde o marrone – per i vini rossi.

Poggio le Volpi produce ‘Baccarossa’, 100% Nero Buono, dopo una macerazione a temperatura controllata segue un affinamento di almeno un anno in botti di legno.

Nel calice troviamo un colore rosso rubino vivo, all’olfatto è preponderante la nota fruttata di amarene sciroppate o sotto spirito, note ferrose e sul finale un sentore balsamico.

 

La seconda tipologia di bottiglia più diffusa è certamente la borgognotta, anch’essa derivante dalle zone francesi della Borgogna e destinata soprattutto a vini base Chardonnay e Pinot nero che tipicamente non presentano depositi in bottiglia ma più durante la fase di maturazione in botte ed è quindi un tipo di bottiglia che non presenta una spalla pronunciata nè un  fondo, generalmente, troppo conico.

Quando un vitigno internazionale come il Syrah incontra un autoctono vigoroso come il Nero d’Avolo non può che essere un matrimonio felice che può dar vita ad interessanti assaggi come il ‘‘Benuara’, 70% Nero d’Avola e 30% Syrah, di Cusumano.

Affina in acciaio e matura in botti grandi di rovere per circa due mesi.

Rosso rubino, bouquet che vira dalle note fruttate di confettura a quelle più speziate di pepe e cacao chiudendo con una buona persistenza.

 

La forma tipicamente allungata della bottiglia Renana la rende inconfondibile, il collo molto pronunciato senza spalla è dedicata a tutti i vitigni prodotti nella zona del Reno – da qui il nome – quali Pinot, Sylvaner, Gewurztraminer ed ovviamente i Riesling.

La forma allungata della bottiglia è stata ideata proprio per i vini che non hanno tartari e sali che potrebbero cadere e depositarsi sul fondo della bottiglia come accade invece per i vini rossi ed alcuni bianchi.

Anche il Vermentino di Gallura della cantina Giogantinu fin dagli anni ‘60 viene prodotto con la bottiglia renana, dal bouquet tipico di macchia mediterranea, agrumi ed erbe aromatiche.

 

Parlando di bottiglie non possiamo non nominare la classica Champagnotta, intuibile facilmente dal nome il tipo di prodotto alla quale è dedicata fin dal ‘700.

E’ un tipo di bottiglia molto diverso rispetto agli altri sia per spessore, decisamente più importante, sia per il colore verde scuro per bloccare il passaggio dei raggi luminosi ultravioletti che potrebbero aumentare la pressione interna ma soprattutto per il fondo conico utilizzato per evitare una pressione eccessiva sul fondo che rischierebbe di cedere essendo la bottiglia saldata in più punti.

Il classico Berlucchi lo troviamo in queste bottiglie, anche il mitico Franciacorta ‘61’ da uve Chardonnay e Pinot nero, elegante e dal perlage raffinato e persistente.

 

E’ un tema decisamente curioso ed affascinante quello delle tipologia delle bottiglie di vino, capire perché un produttore scelga un tipo e non un altro e perchè si sia sentita l’esigenza di creare forme diverse in base al vino prodotto quando invece fino al XVI secolo il vino veniva prodotto e poi commercializzato in otri di argilla!

 

Non mi resta che augurarvi buona stappata…e al prossimo articolo!

Back to list

Related Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *